Arte
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Gianni Ottolini
Notre-Dame de Haut
Di cosa dunque parla questa forma plastica? Si potrebbe forse dire, in sintesi, che il linguaggio dell’architettura di Ronchamp richiama, da un lato, un tema di ascolto, difesa e guida individuale proprio della maternità e, dall’altro lato, quello dell’accoglienza di una comunità di fede in un vascello arenato sul mare verde di una collina, compresso da un’onda-vela/o di copertura ma aperto e illuminato da un oltre da sé.

Cesare de Seta
Intorno a Las Meninas
È in definitiva una girandola di immagini nella quale frammenti figurativi, schegge o suggestioni oniriche ci fanno capire come Velázquez è sempre lì, capace di attrarre come una potente calamita pittori, fotografi, letterati e filosofi come capita di rado e solo con la grande arte di ogni tempo. P:24

Anna Lo Giudice
Parigi surrealista e le strade del desiderio
È all’angolo della strada che “le vent de l’éventuel” attende il poeta surrealista durante le lunghe peregrinazioni notturne a Parigi. Il mondo moderno sempre più governato dalla tecnologia ha finito per alienare il desiderio. L’erranza è una condizione privilegiata per accogliere il senso segreto della direzione che si intende seguire anche nello scenario più comune. Pagg.36
Non acquistabile. Contenuto in "Surrealismo. Zurigo 1916. Parigi 1924"

Gianni Ottolini
Come nella forma di una gallina
La forma materiale dell’architettura, considerata nel suo solo presentarsi alla percezione e conoscenza estetica, prescindendo sia dai modi con cui è stata costruita che dall’utilità che se ne può trarre, può essere ricondotta ad almeno tre fondamentali riferimenti figurali o “matrici iconiche”. Pagg.32

Gianni Ottolini
Spazio primario e architettura
“L’architettura è espressione di un tempo, in quanto essa riproduce l’essere fisico dell’uomo, la sua maniera di comportarsi e di muoversi, il suo comportamento…; in una parola, in quanto essa rivela nei rapporti monumentali del corpo il senso vitale di un’epoca”. Pagg.36

Rocco Falciano
A scena vuota
“I quadri di Rocco Falciano, che non a caso è puntigliosamente e metaforicamente pirandelliano nella pittura dei suoi interni, dei suoi giardini e delle sue nature morte, sono scene teatrali che agiscono su chi guarda esattamente come quelle destinate alla recitazione” (Silvia Gajani). Pagg.28

Pietro Bellasi
Suissitude
“Quando le mie dita palpeggiano l’argilla – scriveva Alberto Giacometti – mi ritrovo sui sentieri di Stampa, mentre ritorno da scuola con il fango sui miei scarponi e le montagne ricominciano a ondeggiarmi attorno con i loro canaloni che mi attirano per le ascensioni verso i balconi dell’abisso e le loro scalinate di scisto, silice e nubi; i torrenti cominciano a colare tra le mie mani, gli echi turbinano nella mia testa e i rapaci planano sopra tutte le carogne della mia vita”Pagg.40.

Maria Puccetti e Benedetto Lanza
Venere della Specola
La dolce fanciulla serenamente addormentata che appare in queste pagine, ricorda la fiaba di Biancaneve e sembra che un soffio possa svegliarla. In realtà essa appartiene al tempo in cui l’anatomia era, per gli studiosi di medicina, un grosso problema. A quel tempo però esistevano anche dei veri artisti del modellato in cera, in grado di riprodurre alla perfezione e con estrema esattezza ogni parte del corpo umano. E’ questo il caso della nostra Venere che si scompone in tutti i suoi organi vitali e in tutte le sue parti anatomiche senza soffrire.