Saggistica
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Antonello Lombardi
Il poema dell’odio
Uno scambio epistolare tra Alban Berg ed Elias Canetti, nei mesi in cui vedono la luce il "Concerto per violino" e "Auto da fé".
Due opere cardinali del Novecento nate nello stesso istante, entrambe interpreti – seppure con linguaggi differenti – di una difficoltà a tratti insormontabile nel decifrare le metamorfosi di una borghesia orfana di certezze secolari; entrambe alla prese con rinnovati sistemi ermeneutici atti a captare inediti parametri esistenziali; entrambe infine, ma le similitudini potrebbero non fermarsi qui, aventi nell’uso simbolico dei numeri uno dei loro tratti distintivi.

Roberto Fregna
L’utopia della rivolta di Alcàra Li Fusi. Raccontata da Michele Fano Sanfratellano che da monaco si fece zappatore
“So che non mi stimerete reo d’iperbole, se mirando superficialmente le sole volute di una chiocciola rifletterete alla pena che hanno i Geometri nel disegnarla con regola, e per quanto ve ne adoprino, pur sempre è falsa; mentre la compongono d’una portione di circolo sempre più piccolo, essendo esse non circolo, benché sembrino circolari”. 1681

Danilo Bianchi
L’usignolo e la rosa
Nel suo insieme il Divano occidentale-orientale è naturalmente molto di più di una raccolta di sole poesie amorose. Attraverso la complessità dei registri linguistici, la varietà dei toni, che possono passare dall’ironico al sentenzioso, e la presenza di alcuni argomenti legati alla storia o alla politica, Goethe riesce ad entrare empaticamente in sintonia con lo spirito del Canzoniere di Hâfez.
[...]
Dovettero trascorrere quasi esattamente cento anni dal viaggio letterario di Goethe in Oriente e dalla pubblicazione del suo Divan, prima che la “natura morta poetica” del motivo dell’usignolo e della rosa si materializzasse in una moderna immagine pittorica.

Giacomo Leopardi
Frammento apocrifo di Stratone da Lampsaco
Prefazione di Giuliano Toraldo di Francia -
Con manoscritto -
Giacomo Leopardi, come si sa, rappresenta una luminosa eccezione nel panorama culturale non solo della sua epoca, per quanto riguarda l’interesse alle cose della scienza. In generale i letterati, i poeti, i filologi italiani dell’Ottocento (o dovremmo dire anche del nostro secolo?) non brillano per la loro informazione e comprensione per i problemi scientifici. Molto spesso li lasciano semplicemente fuori dal loro concetto di “cultura”...
Non così il Leopardi, che quando alza gli occhi al cielo e si domanda “a che tante facelle?” lo fa da sommo poeta, sì, ma anche da studioso che segue con attenta curiosità i progressi che gli specialisti vanno facendo nella comprensione del mondo naturale.

Roberto Fregna
Cesenatico tra terra e mare
È tuttavia soltanto con l’Unità d’Italia (ponendo questa data come approssimativo inizio di un processo che diverrà irreversibile) che Cesenatico seguirà il generale fenomeno di radicale trasformazione funzionale ed economica che coinvolgerà l’intera riviera romagnola creando le premesse di uno sviluppo sempre più autonomo e svincolato dalle influenze dell’entroterra e da attività di tipo più tradizionale quali la pesca e il mercato del pesce.

Fabio Calvi
Alla ricerca del Tolstoj perduto
Provo a descrivere la scena... L’altra sera in un teatro di provincia, sperso in una desolazione intristita. Possiamo essere qui o altrove, insomma ovunque, la magia del palcoscenico non conosce confini. Magari in quella che una volta era la Grande Madre Russa e che oggi ci appare come un gigante ferito, sospettoso, indecifrabile ai nostri occhi di non slavi.
Ieri sera hanno fatto bagordi, odori stagnanti, rigagnoli di vomito, qualche mosca ronza sugli avanzi di cibo. Una coppia di anziani custodi con movenze lente e meccaniche ramazza per terra e prega biascicando sottovoce. Alcune rapide folate di vento ci portano il sapore della steppa russa, un sibilare freddo, sommesso. Ecco sarà lo stesso identico vento che alla fine della rappresentazione porterà via tutte le parole che sono state dette. Da qualche parte arriva una voce, forse dal deserto delle anime...

Regina Bucher
Hermann Hesse e i suoi amici artisti in Ticino
Traduzione di Marisa Grandi Sarnizzi
“Se percorriamo insieme i sentieri dell’amicizia, tutto il mondo, per un’ora, è patria per noi”, è scritto nel Demian di Hermann Hesse pubblicato nel 1919, anno in cui il poeta si separò dalla sua famiglia a Berna, lasciando tutto dietro di sé per tentare una nuova vita nel Canton Ticino. Deve aver pensato a queste parole quando, in Montagnola, nelle vicinanze di Lugano, già poche settimane dopo, conobbe altri artisti che si erano stabiliti nel Canton Ticino con i quali fece amicizia e che diventarono, più tardi, amici intimi.

Regina Bucher
Hermann Hesse und seine Künstlerfreunde im Tessin
„Wo befreundete Wege zusammenlaufen, sieht die ganze Welt für eine Stunde wie Heimat aus“ heißt es in Hermann Hesses Demian, publiziert 1919, also im gleichen Jahr, in dem der Dichter sich von seiner Familie in Bern trennte und alles hinter sich ließ, um einen Neuanfang im Tessin zu wagen. Er mag an diese Worte gedacht haben, als er in Montagnola in der Nähe von Lugano bereits nach wenigen Wochen andere Künstler kennenlernte, welche sich im Tessin niedergelassen hatten und von denen einige im Laufe der Zeit vertraute Freunde wurden. Weitere Bekanntschaften und Freundschaften entstanden in den folgenden 43 Jahren, die Hermann Hesse in Montagnola wohnte. Dazu gehörten so schillernde Persönlichkeiten wie Hugo Ball und Emmy Ball-Hennings, bildende Künstler wie Gunter Böhmer und Margherita Osswald-Toppi sowie prominente Literaten wie Bertolt Brecht und Peter Weiss.