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Guido Giannuzzi
Paul Wittgenstein, il pianista dimezzato
Il primo dicembre del 1913, Paul Wittgenstein, figlio di una delle più importanti famiglie viennesi, ha già ventisei anni, studia pianoforte con determinazione e affronta il suo primo concerto pubblico. Lo scoppio della Prima guerra mondiale, nel luglio del 1914, gli impedirà di tenerne altri, perché costretto ad arruolarsi nell’esercito imperiale.
...
Dopo il rimpatrio, nel dicembre del ’16, Paul diede il primo concerto, davanti a un pubblico impressionato, ipnotizzato da quella manica destra vuota come dalla inaspettata abilità della mano sinistra.

Carlo Flamigni
Favola di Stoltone, conigli e pochegambe.
Cosa sapete dei conigli? Poco? Lasciate allora che vi racconti una storia che li riguarda (e che tutti i conigli conoscono).
Molti, molti anni prima Eureka, l’isola dei conigli, per molti versi bellissima, non poteva essere abitata dagli esseri umani per via dei continui terremoti che la affliggevano: tutto dipendeva dal fatto che sotto la crosta superficiale l’isola era una specie di gruviera, tutta forata da grotte immense, una delle quali di tanto in tanto crollava causando grandi disastri.

Aldo Tarozzi
Monte Nero traditore
AldoTarozzi è nato a Castelfranco Emilia il 23 maggio del 1898. Ha frequentato ginnasio e liceo nel Collegio dei Salesiani di Bologna fino alla chiamata alle armi nel marzo del 1917. È stato al fronte come artigliere ed eliografista fino al gennaio 1920 quando è stato congedato.
Trasferito a Genova dopo la guerra (1921), ha esercitato inizialmente vari lavori, per poi essere assunto come impiegato nelle Ferrovie (prima a Genova, poi a Bologna). Sposatosi a Castelfranco Emilia, nel 1926, con Giuseppina Piccioli, ha avuto tre figli. È morto il 1° giugno del 1972.
Ha ricevuto la Croce di guerra come combattente della Prima guerra mondiale e gli sono state conferite, postume, medaglia e nomina a Cavaliere di Vittorio Veneto.
La sua passione è stata la pittura, a cui si è dedicato per tutta la vita, ottenendo autorevoli riconoscimenti e realizzando mostre in diverse città: Modena, Bologna, Castelfranco Emilia e Seveso al Palazzo delle Esposizioni. Retrospettive postume hanno avuto luogo a Casalecchio di Reno, a Castelfranco Emilia, e a Bologna in tre successive mostre, di cui la seconda, nel ’93, alla Villa Aldrovandi Mazzacorati, promossa dalla Commissione comunale cultura e l’ultima, col patrocinio della Banca Popolare di Milano, nell’anno 2002.

Danilo Bianchi
L’usignolo e la rosa
Nel suo insieme il Divano occidentale-orientale è naturalmente molto di più di una raccolta di sole poesie amorose. Attraverso la complessità dei registri linguistici, la varietà dei toni, che possono passare dall’ironico al sentenzioso, e la presenza di alcuni argomenti legati alla storia o alla politica, Goethe riesce ad entrare empaticamente in sintonia con lo spirito del Canzoniere di Hâfez.
[...]
Dovettero trascorrere quasi esattamente cento anni dal viaggio letterario di Goethe in Oriente e dalla pubblicazione del suo Divan, prima che la “natura morta poetica” del motivo dell’usignolo e della rosa si materializzasse in una moderna immagine pittorica.

Giacomo Leopardi
Frammento apocrifo di Stratone da Lampsaco
Prefazione di Giuliano Toraldo di Francia -
Con manoscritto -
Giacomo Leopardi, come si sa, rappresenta una luminosa eccezione nel panorama culturale non solo della sua epoca, per quanto riguarda l’interesse alle cose della scienza. In generale i letterati, i poeti, i filologi italiani dell’Ottocento (o dovremmo dire anche del nostro secolo?) non brillano per la loro informazione e comprensione per i problemi scientifici. Molto spesso li lasciano semplicemente fuori dal loro concetto di “cultura”...
Non così il Leopardi, che quando alza gli occhi al cielo e si domanda “a che tante facelle?” lo fa da sommo poeta, sì, ma anche da studioso che segue con attenta curiosità i progressi che gli specialisti vanno facendo nella comprensione del mondo naturale.

Gabriele Guerra
Hugo Ball in Ticino
Avanguardia, alternativa e comunità: sono questi dunque i fattori distintivi che rendono per molti versi unica l’esperienza artistica e intellettuale che attraversa i primi decenni del XX secolo, specialmente nei paesi di lingua tedesca. Si potrebbe aggiungere un quarto fattore, altrettanto distintivo di quella temperie – ovvero la trascendenza. Comune ai dadaisti ed agli iniziatori di Monte Verità, ai salutisti Lebensreformer ed agli utopisti politici non è cioè solo una commistione di simbologia politica, sociale e antropologica, ma anche la presenza di una spiccata simbologia religiosa.

Alberto Savinio
Il sorbetto di Leopardi
Postfazione di Massimo Gatta. Chi di noi non ha pianto sulle miserie fisiche di Giacomo Leopardi? Tanto più profondamente però ferisce la nostra poetica compassione la notizia che parte di quelle miserie era dovuta alla irrefrenabile ingordigia del «contino». Leopardi era grande amatore di gelati, sorbetti, mantecati, spumoni, cassate e cremolati, il che, di per se stesso è segno alquanto brutto. Il gelato piace ai ragazzi, alle donne e agli uomini privi di occupazioni mentali. Non si concepisce uomo grave e di pensiero seduto davanti a un cremolato di visciole, col cucchiaio a spatola in mano e la bocca arrotondata a ventosa, che è la posizione caratteristica del mangiatore di gelati.

Alberto Savinio
Il rocchetto di Venere
«Mi siete curioso, signore». Le risposi con la mia più petulante modestia: «Vi sbagliate, mia signora, non credo di esserlo affatto!». Rise – ché negli amori in boccio il riso tiene magna parte –; rise e, con malizia, ribatté: «Voglio metterci il dito». Ed io: «Anzi, tutta la mano, signora!».